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giovedì 30 giugno 2011

ARRIVANO I MOSTRI

Di cemento si è parlato tanto, perché disarmato. E disarmante e tragico è infatti stato l’effetto prodotto dalla mancanza di anima (in tutti i sensi) nelle strutture abruzzesi a l’Aquila. Di cemento si parla anche perché esso è fonte di guadagno (lecito e - a volte - illecito). Di cemento e di cementifici parliamo in questo breve intervento.

Lo "scheletro bianco" di Sassano


L’associazione “Verdi ambiente e società” (VAS), da tempo attenta alle questioni ambientali su tutto il territorio italiano, due anni fa ha indetto il terzo concorso fotografico, col patrocinio del Ministero dell’Ambiente, dal titolo Nonsolopuntaperotti [1]. Ricordiamo che l’associazione VAS ha partecipato attivamente alla manifestazione tenutasi a Sala Consilina nel novembre del 2003 contro la costruzione della zona industriale nell’areale della cicogna – area di pregio ambientale, così come definita nel febbraio 2003 dalla Comunità Montana – dando man forte alle tante associazioni locali che si erano opposte a questa scelta impropria. La giuria del concorso si è riunita a Milano ed il 31 marzo 2009 ha premiato tre fotografie “ex equo”: la prima, scattata da Gaetano D’Amato, ritrae lo scheletro di quella che sarà la nuova casa comunale di Sassano, la seconda le abitazioni a gradoni sul lago di Como e la terza il cementificio di Sapri.


La stessa struttura in cemento vista da un'altra angolatura

Sassano possedeva una casa comunale di egregia fattura nel centro del paese. Andata questa in disuso, fu costruita, negli anni ’70 (se la memoria non m’inganna) sotto l’amministrazione De Laurentiis, una nuova sede (l’attuale) di fronte al plesso delle Scuole Elementari. La nuova casa comunale sorge non molto distante dal centro storico, che è arroccato sopra il “sasso sano” che l’Arch. Di Brizzi nella sua opera parzialmente esposta a Silla ha voluto rappresentare come un grosso masso bianco. Stranamente, il colore dello scheletro in cemento premiato dall’iniziativa dei VAS vagamente ricorda il candido masso dell’Arch. Di Brizzi. All’amministrazione De Laurentiis, negli anni ’80, dopo un breve periodo di instabilità politica, segue un lunghissimo periodo reggenza di Gaetano Arenare, sindaco fino al 2005, vicesindaco dal 2005 al 2010, consigliere e assessore provinciale per lungo tempo. Si direbbe un politico di “lungo corso”, il sindaco Arenare, pronto anche oggi a tornare in sella non appena le condizioni locali lo permetteranno.

Nel 1996 il Consiglio Comunale di Sassano disponeva, col beneplacito della minoranza (qui è veramente necessario ricorrere all’accezione più ampia del termine), l’abbattimento della vecchia casa comunale, che, nel frattempo, aveva subito dei danni dal sisma del 1980. Si eliminava così una testimonianza civica del paese. In questi ultimi anni di ricorso massiccio al cemento nelle strade, nelle piazze e nei centri storici, si deliberava, infine, anche sulla costruzione della nuova sede municipale.


Ve ne era effettivo bisogno di questa ennesima costruzione in cemento? Adesso la cittadinanza sta giustamente protestando per l’invasività del “mostro”. Si veda, ad esempio, il gruppo, costituitosi su Facebook, denominato Chiediamo la demolizione del “mostro di Sassano”. Vi è quasi un unanime dissenso in paese sulla vicenda e quella costruzione è diventata il simbolo dello slegamento tra il comune sentire e lo stanco andazzo amministrativo. I Sassanesi hanno avuto l’occasione, con le elezioni amministrative del 2010, di esprimere il loro dissenso nelle urne. Ai trenta anni di reggenza di Arenare hanno così sostituito un ibrido tra la vecchia amministrazione, un certo “nuovo anagrafico” e un antichissimo modo di fare politica. Dopo più di un anno dalle elezioni amministrative del 2010, tuttavia, del cosiddetto ecomostro - materia del contendere in campagna elettorale - non si parla più: le proposte mancano, mentre questa struttura di cemento incombe sulle teste dei Sassanesi che, se aveste pazienza di ascoltare, vi direbbero – in privato - che non ne possono più di quell’orrida vista. In pubblico forse qualcuno avrebbe delle remore a parlare, per quella riservatezza tipica della gente del luogo, o per un certo timore nell’esprimere le proprie opinioni. Nulla, infatti, deve urtare la suscettibilità di chi, nel chiuso delle stanze dei bottoni, gode del potere di chiudere qualche rubinetto vitale per la sussistenza delle famiglie. Proprio quella solita tara medievale dalla quale il cittadino non riesce più a svincolarsi per via di un’economia sempre più bloccata, soprattutto in questo periodo di crisi.     



[1] Marcello Saponaro ha costituito l'omonima associazione (Nonsolopuntaperotti) per organizzare il concorso fotografico e ha coinvolto nella giuria molte personalità lombarde: dal costruttore e giornalista Luca Beltrami Gadola al fotoreporter di fama internazionale Uliano Lucas, dal musicista e fotografo del blues Fabio Treves alla fotografa Silvia Tenenti, dal giornalista della Nuova Ecologia Marcello Volpato, al conduttore televisivo Roberto Poletti, al video giornalista freelance Matteo Cundari. E poi gli ambientalisti: Guido Pollice, Presidente nazionale di Green Cross Italia e Fabio Fimiani, Presidente lombardo di VAS (Verdi Ambiente e Società). Infine i consiglieri Regionali: oltre a Marcello Saponaro, che presiede la giuria, il capogruppo Verde Carlo Monguzzi, la consigliera di AN Silvia Clementi Ferretto e il consigliere dei DS Pippo Civati.


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