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lunedì 6 aprile 2015

Sassano verso il rinnovo del consiglio comunale III

Terza puntata

Dal 2005 al 2010 hanno amministrato tutti i candidati di una lista unica, felici e contenti. Nel 2005, infatti, successe un fatto strano, tutto giocato all'interno della cittadina di Sassano. Il vicesindaco uscente, dott. Vincenzo Cammarano, in quota Udeur e legittimo aspirante alla carica di sindaco, viene intruppato nei Verdi dal compaesano dott. Tommaso Pellegrino, allora coordinatore della compagine ambientalista. Un’azione congiunta di convincimento forse è stata necessaria per dissuadere il dott. Cammarano dall'abbandonare l’allora legittima aspirazione a diventare sindaco del paese alla testa di una coalizione trasversale, unica e perciò, per definizione, “invincibile”. Un sindaco “in pectore” viene così candidato alle concomitanti elezioni regionali, con una probabilità molto bassa di ottenere un quorum utile per essere eletto consigliere. Infatti, non viene eletto. Eppure la mossa fu di un’astuzia unica (o forse doppia). Lo stesso dott. Cammarano contribuì, con la sua influente presenza, a non concedere spazi alla formazione di una lista di opposizione (si veda logo già pronto), in modo da non dare adito a spaccature nel consenso, che nelle sue intenzioni doveva essere granitico, per il “paesano” (qui si vota ancora così, che ci volete fare!). E così fu. Nessuno fu in grado di presentare una lista di opposizione (un tentativo disperato era stato da me fatto, tuttavia, purtroppo con infiltrazioni spurie di alcuni personaggi di ventura) e l’amministrazione volò con il vento in poppa, con l’unico rischio di un non raggiungimento del 50% più uno di votanti tra gli aventi diritto al voto. Il dott. Cammarano, con la sua propria popolarità, costruita attraverso anni di lavoro come medico di base a Sassano e come vicesindaco del longevo sindaco Arenare, riuscì a trascinare alle urne, per la gioia dell’amministrazione che stava per insediarsi, una percentuale molto più alta del 50% di elettori. E pochi erano consapevoli che si poteva anche andare a votare per le regionali, rifiutando la scheda per le comunali, come appunto fece un gruppo sparuto di persone. Cercai di spiegarlo in piazza in un pubblico comizio (l’unico fatto in quella tornata elettorale!), ma la gente sembrava atterrita dalla sola idea di farsi vedere in piazza. Così, alla guida della giunta comunale trasversale “unica” si insediò il dott. Domenico Rubino, primario del reparto di Urologia presso il plesso ospedaliero di Polla. Il rag. Arenare, che allora ricopriva il ruolo di assessore provinciale alla formazione, fungeva da mentore, nel suo doppio ruolo di vicesindaco e di assessore provinciale. Intanto, il dott. Cammarano, dopo questa bellissima prova di sostegno all’attuale amministrazione multicolore, sembrava fosse definitivamente uscito dalla scena politica. E invece, come nella più gloriosa tradizione mastelliana, egli ricomparve come referente dell’UdC a Sassano alla vigilia del 2010, rincorrendo quella passata legittima aspirazione di capeggiare una lista per governare Sassano.
 
Intanto, il rag. Arenare, forte dei successi amministrativi raccontati prima, dopo quasi trent’anni di reggenza, diretta e indiretta, stava già preparando le proprie truppe per una nuova spedizione politica. Egli, e non il dott. Rubino, si propone alla guida della compagine che dovrà affrontare una lotta a quattro, tra i quali il dott. Cammarano. Due uomini, due destini “in  comune”, mentre il rinnovamento della classe dirigente del paese e l’innesto di idee innovative nell’amministrazione della cosa pubblica restavano e restano al palo. Qualche Clarinetto già dice che bisogna rassegnarsi, perché non vi è nessuno che meglio possa rappresentare il volere popolare di questi due personaggi che, se messi uno accanto all’altro, diventano invincibili; l’uno, l’altro, o entrambi perdono solo se corrono separati. Insomma, dietro queste aspirazioni al comando (qui si usa la forma verbale “comandare” al posto di “amministrare” per ovvie ragioni semantiche), da parte di due capitani di lungo corso, si celano anche questioni e interessi locali sedimentati nel tempo. Di certo, ciò che muore, in questo contesto, è la coscienza del cittadino-elettore, ormai abituato all’indecente mercato elettorale del parente e dell’uomo forte. Ma quali novità portarono, localmente, le elezioni politiche del 2006, quelle successive del 2008 e le provinciali del 2009 e come si schierano politicamente i soggetti che da oltre trent’anni reggono le sorti del paese? Quali sono stati gli scenari politici nel 2010?


Ed ecco che arrivano le elezioni politiche della primavera del 2006 che vedono il centro-sinistra vincente per un pugno di voti e Romano Prodi presidente del Consiglio. Gli amministratori di Sassano all’epoca formano una compagine a prevalente maggioranza DS, così come si può evincere dall’invito al voto a favore del partito giunto a casa dei cittadini e firmato dal Sindaco e da ben undici consiglieri su sedici. Il resto della coalizione, si deve presumere, si riconosce tutta nell’area del centro-sinistra, in quanto scaturita da una singola lista, l’unica presente alla competizione elettorale del 2005. Tuttavia le urne producono un risultato paradossale: la maggioranza politica di Sassano risulta essere appannaggio del centro-destra, che, apparentemente, non ha rappresentanti politici in Consiglio Comunale. Tutto ciò nonostante l’invito al voto (invito scritto e firmato, per giunta!) recapitato nelle case dei cittadini. Questa situazione, in un contesto dove sono ancora valori positivi la sensibilità nei confronti della crescita sociale del territorio e il rispetto della volontà dell’elettorato, avrebbe dovuto dare adito alle immediate dimissioni della compagine amministrativa. Sembra però ancora di sentire la frase fatta per ricusare qualsiasi richiesta di dimissioni: le due competizioni elettorali non hanno correlazioni tra loro, cosicché esse vivono su due piani politici diversi. E invece penso che ciò non sia vero, e spiego qui brevemente il mio punto di vista. L’azione di una compagine politica che amministra una comunità è soggetta al periodico vaglio da parte dell’elettorato, anche attraverso le consultazioni elettorali di carattere nazionale o europeo. Nel caso di Sassano, dove a maggior ragione si doveva tener presente il segnale elettorale, vista la non usuale situazione amministrativa dovuta all’assenza di una minoranza, la fiducia accordata all’amministrazione nel 2005, un anno dopo, nel 2006, è stata contrastata da un chiaro dissenso politico. Addirittura, se si fossero letti attentamente i risultati elettorali, i rappresentanti dei partiti che sedevano in Consiglio erano in netta minoranza; pertanto, essi non avrebbero dovuto sentirsi politicamente legittimati a proseguire il mandato accordato loro, soltanto un anno prima, dai cittadini, in seguito ad una consultazione amministrativa in cui era presente un’unica lista. Ed è così che la mancata presenza di luoghi di scambio di opinione e di confronto, quale la piazza, l’agorà, centro della vita democratica dell’antica Grecia, la riduzione della partecipazione a comizi (ormai quasi esclusivamente effettuati alla vigilia del giorno di riflessione), fa sì che le opinioni politiche siano mero frutto di elaborazioni individuali delle rappresentazioni catodiche che vengono offerte dalle varie televisioni (locali e non). E se la vita politica è vissuta in questo modo, laddove la vera politica richiederebbe un serrato scambio di idee e una costante elaborazione collettiva di percorsi sociali comuni, i due livelli possono essere opportunisticamente scissi per non arrecare disturbo al manovratore locale. Ma se la classe politica tutta, locale, provinciale e regionale, fosse stata accorta a questi segnali, invece di rincorrere l’imbalsamazione della vita amministrativa per salvaguardare gli interessi di una classe di potere, avrebbe aperto un vero dialogo con la cittadinanza, facendo venir fuori una nuova classe dirigente (nuova nei metodi e nelle idee, non tanto negli uomini), di cui il Vallo di Diano tutto sente un immediato bisogno. Ma costoro sono stati ancora una volta sordi a questi importanti segnali e la scelta ricade sempre e comunque sulle alchimie locali fatte di potere e sottopotere, di interessi personali e di cordate. E toccheremo con mano alcuni aspetti legati alla pubblica amministrazione nelle puntate successive. 

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